L'incontro tra la cultura tradizionale del Giappone e l'Occidente è il tema che conduce Kimitake Sato per la biennale Torino - Lione a dare forma ad una figura simbolica della potenza europea, trasmessa nel mondo tramite l'iconografia araldica dell'impero britannico, in cui il leone svetta in tutta la sua maestosa e muscolare tempra, di un gagliardo giallo, promessa di veemente violenza e vigorosa autorità di fronte alla debolezza. Un dominio basato sulla forza della civiltà industriale al confronto con il quale il paese del Sol Levante ha dovuto rapportarsi in una condizione di inferiorità che ha segnato per sempre la psicologia sociale di un popolo e di una cultura e ha dato inizio ad una dolorosa rivoluzione che ha posto fine alla tradizione e creato i presupposti della Epoca Meiji, proiettando il Giappone in una violenta rincorsa alla modernizzazione. Ed ecco che lo spirito di un popolo prende le misure dell'identità culturale di quella forza subita, come nella bottega di un'antica gipsoteca, per imitare le forme della potenza occidentale e così riscattarsi dalla sottomissione, indossando la maschera futurista di un'altra civiltà.
Che cosa ha mantenuto delle sue particolarità e dei suoi caratteri tipici porterebbe ad un giudizio estraneo all'operazione artistica che è una delle più significative rappresentazioni del confronto tra due modelli di civiltà: un impari dialogo in cui, come la storia insegna, la forza vince sempre.
L'incontro tra la cultura tradizionale del Giappone e l'Occidente è il tema che conduce Kimitake Sato per la biennale Torino - Lione a dare forma ad una figura simbolica della potenza europea, trasmessa nel mondo tramite l'iconografia araldica dell'impero britannico, in cui il leone svetta in tutta la sua maestosa e muscolare tempra, di un gagliardo giallo, promessa di veemente violenza e vigorosa autorità di fronte alla debolezza. Un dominio basato sulla forza della civiltà industriale al confronto con il quale il paese del Sol Levante ha dovuto rapportarsi in una condizione di inferiorità che ha segnato per sempre la psicologia sociale di un popolo e di una cultura e ha dato inizio ad una dolorosa rivoluzione che ha posto fine alla tradizione e creato i presupposti della Epoca Meiji, proiettando il Giappone in una violenta rincorsa alla modernizzazione. Ed ecco che lo spirito di un popolo prende le misure dell'identità culturale di quella forza subita, come nella bottega di un'antica gipsoteca, per imitare le forme della potenza occidentale e così riscattarsi dalla sottomissione, indossando la maschera futurista di un'altra civiltà.
Che cosa ha mantenuto delle sue particolarità e dei suoi caratteri tipici porterebbe ad un giudizio estraneo all'operazione artistica che è una delle più significative rappresentazioni del confronto tra due modelli di civiltà: un impari dialogo in cui, come la storia insegna, la forza vince sempre.
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