La materia e il suo significato, la terracotta, il legno, la pietra lavica, il gesso, il marmo, il bronzo, tutti gli elementi del comporre di Luigi Mainolfi, il loro spazio fisico e concettuale, sono le strutture fondamentali del suo lavoro. In una dimensione sempre in bilico tra realtà e finzione, Mainolfi ha costruito un viaggio nell’arte unico e significativo, ricodificando il linguaggio della scultura sin dagli anni Settanta del Novecento.
Lo sguardo reale e visionario, lo studio della forma e dell’essenza della materia, il corpo dell’opera come superficie narrativa, sono questi, gli strumenti essenziali di A guardia della natura, Piramide a sei zampe, Centaura e Centaura oro, che rappresentano animali fantastici, “monumenti” che racchiudono in sé differenti prospettive simboliche, metaforiche e metamorfiche. Ispirato dal mondo della mitologia, della letteratura, della fiaba, della fantasia, Mainolfi ha costruito un “bestiario” immaginifico, un progetto in continuo divenire, queste opere sono espressione fondamentale e significativa, in cui la condizione iconografica di mutamento, di metamorfosi di questi animali si avvicina alla forme essenziali del pensiero. Animali pronti ad abitare la nostra fantasia, a vivere nella nostra immaginazione, a condurci in un viaggio fantastico nell’essenza dell’arte.
La materia e il suo significato, la terracotta, il legno, la pietra lavica, il gesso, il marmo, il bronzo, tutti gli elementi del comporre di Luigi Mainolfi, il loro spazio fisico e concettuale, sono le strutture fondamentali del suo lavoro. In una dimensione sempre in bilico tra realtà e finzione, Mainolfi ha costruito un viaggio nell’arte unico e significativo, ricodificando il linguaggio della scultura sin dagli anni Settanta del Novecento.
Lo sguardo reale e visionario, lo studio della forma e dell’essenza della materia, il corpo dell’opera come superficie narrativa, sono questi, gli strumenti essenziali di A guardia della natura, Piramide a sei zampe, Centaura e Centaura oro, che rappresentano animali fantastici, “monumenti” che racchiudono in sé differenti prospettive simboliche, metaforiche e metamorfiche. Ispirato dal mondo della mitologia, della letteratura, della fiaba, della fantasia, Mainolfi ha costruito un “bestiario” immaginifico, un progetto in continuo divenire, queste opere sono espressione fondamentale e significativa, in cui la condizione iconografica di mutamento, di metamorfosi di questi animali si avvicina alla forme essenziali del pensiero. Animali pronti ad abitare la nostra fantasia, a vivere nella nostra immaginazione, a condurci in un viaggio fantastico nell’essenza dell’arte.
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