Francesco Lupo nelle sue opere esplora indaga i molteplici e complessi rapporti che esistono tra forma e sostanza, mettendo in luce, attraverso differenti linguaggi – dal video, alla scultura, alle installazioni – i limiti e le tensioni dell’una e dell’altra. Giocando con la forma e la materia ha saputo costruire uno scenario di immagini che percorrono alcune delle tracce più complesse dell’uomo e della sua esistenza. Homo homini è una figura simbolica, una “metaiconografia” dell’uomo che porge sul palmo della sua mano se stesso, in un gesto ripetitivo, proiettandolo verso un nuovo spazio e un tempo possibile. Questo moltiplicarsi, questo incedere verso un infinito, diventa la messa in scena di una prospettiva dell’attuale società omologante e spersonalizzante. Così, l’uomo, l’ "uomo qualunque” in una dinamica di moltiplicazione infinito e di anonimato assoluto, si proietta poeticamente verso dimensioni spaziotemporali altre.
Francesco Lupo nelle sue opere esplora indaga i molteplici e complessi rapporti che esistono tra forma e sostanza, mettendo in luce, attraverso differenti linguaggi – dal video, alla scultura, alle installazioni – i limiti e le tensioni dell’una e dell’altra. Giocando con la forma e la materia ha saputo costruire uno scenario di immagini che percorrono alcune delle tracce più complesse dell’uomo e della sua esistenza. Homo homini è una figura simbolica, una “metaiconografia” dell’uomo che porge sul palmo della sua mano se stesso, in un gesto ripetitivo, proiettandolo verso un nuovo spazio e un tempo possibile. Questo moltiplicarsi, questo incedere verso un infinito, diventa la messa in scena di una prospettiva dell’attuale società omologante e spersonalizzante. Così, l’uomo, l’ "uomo qualunque” in una dinamica di moltiplicazione infinito e di anonimato assoluto, si proietta poeticamente verso dimensioni spaziotemporali altre.
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